io non posso parlare ... sei tu la mia voce

venerdì 7 maggio 2010

Nostalgia di Barcellona

Questa  volta siamo partiti a marzo, per festeggiare il mio compleanno, mentre di solito l’abbiamo visitata a settembre-ottobre. L’aria era un po’ fredda, ma per visitare una città va bene.

Tornare a Barcellona per la quarta volta è quasi come tornare a casa. Dopo un po’ ti manca, e non vedi l’ora di girovagare per le sue strade, sentire gli odori, e soprattutto vedere i colori di questa città.

Abbiamo le nostre certezze, come l’albergo



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 in Carrer Argenteria, zona pedonale, dove trovi tutto, dalla torrefazione di caffè con i suoi profumi inebrianti, al bar di tapas, con un bancone dove puoi scegliere i tuoi pintxos preferiti (tapas basche) e alla fine per fare la cuenta ti calcolano gli stuzzicadenti rimasti nel piatto.




sagardi

A pochi metri dall’albergo c’è  la chiesa di Santa Maria del Mar, maestosa con le sue vetrate colorate.


Sul retro, in Carrer Montcada, c’è uno dei più antichi locali di Barcellona, lo Xampanyet, piccolo, ma affascinante, dove ci si può sedere a gustare un po’ di jamon con pan y tomaquet (prosciutto con pane e pomodori), accompagnato da una copa de cava (spumante spagnolo) o di caña (birra) e divertirsi ad osservare il rito dell’aperitivo.



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E poi c’è la Bouqueria, o Mercat de St. Joseph, un mercato coperto situato circa a metà Rambla, dove non sai da che parte guardare, i banchi di frutta fresca, preparata sul posto, i frullati  densi,  i banchi del pesce, o altri particolari dove vendono solo uova o solo banane, e quelli di salumi, che attirano sempre la mia attenzione e dove praticamente faccio shopping. Jamon de Bellota, o Serrano, Chorizo, salame al pepe, alle erbe.



Mi trattengo solo per la paura di superare i 20 kg consentiti per la valigia. Alla Bouqueria, se si ha la fortuna di soggiornare non troppo lontano, ci si può tornare più volte, anche solo per bere i fantastici frullati di frutta che vendono a un euro al bicchiere.





Quest’anno abbiamo visitato la Fondacion Miro, al Montjuïc, dove, per chi è amante di questo artista, ci sono alcune opere che meritano di essere viste.

Un’altra scoperta è stato Palau Güell, che dopo sette anni di restauri è stato riaperto solo parzialmente al pubblico, abbiamo potuto visitare il piano terreno e le scuderie al piano seminterrato, molto belle.



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Purtroppo il tetto non era accessibile, e i tipici camini di Gaudi’  si potevano ammirare solo dal basso.

Del Palau della Musica Catalana ho già parlato in un altro  post, ma anche quest’anno ci siamo passati davanti per ammirare le sue colonne.



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La Sagrada Familia, Casa Batllo'









 e Casa Milà meritano sempre una visita, anche solo dall’esterno.








Tra le nostre certezze cittadine ci sono naturalmente i ristoranti nei quali siamo tornati negli anni fino a farne diventare alcuni quasi parte integrante del viaggio stesso. I più importanti per noi sono la Cerveceria Catalana per le tapas, il Senyor Parellada dove come ha avuto modo di raccontare Manuel Vasquez Montalban si trova ancora la cucina regionale autentica e che è collocato strategicamente per noi proprio sotto il nostro albergo, il Patagonia, strepitoso ristorante Argentino e la Rosa del Desierto, ristorante Marocchino che ho scelto per la cena del mio compleanno.

In definitiva, Barcellona è una città vivace, che con le sue stravaganti opere ti conquista  e non ti delude mai, tanto che credo proprio che questa non sarà l’ultima volta, anzi ne sono sicura…