io non posso parlare ... sei tu la mia voce

domenica 7 novembre 2010

Guadalupa


Ciao a tutti!

 



Siamo appena rientrati dalla Guadalupa, per cui sono ancora un po' frastornata, posterò più in là un resoconto.

Per il momento questa immagine vale già tutto il viaggio


 

 




giovedì 4 novembre 2010

Marocco 2008


La mia mente torna sempre ad un anno fa, alla preparazione del viaggio, alla ricerca dei luoghi dove soggiornare, a quelli da visitare. E poi finalmente la partenza, quella mattina  del 4 marzo 2008, una pioggia leggera ci ha accompagnati all'aeroporto..siamo atterrati a Marrakech e lì è incominciata l'avventura in un altro mondo: i dromedari al parco giochi,  gli gnomi in motorino, carretti ai bordi della strada, camion stipati all'inverosimile di merce, il paesaggio che cambiava in continuazione, a tratti lunare, con quella terra rossa,  e poi di nuovo campi verdi,  era un’emozione senza fine, mi aspettavo molto da questo viaggio, ma  è stato superiore alle mie aspettative.

 



  


 


Essaouira con le sue vie strette,





 









la skala, le onde dell’oceano (che vedevo per la prima volta),  i negozi con il profumo del legno di tuia, la colazione sulla terrazza del riad, e i gabbiani che si posavano  e prendevano quasi dalle mie mani il pane, e ne chiedevano ancora.





 









 



Sidi Kaouki, la spiaggia deserta, il cane che sonnecchiava nella sabbia,


 


 






La passeggiata con il dromedario, che può sembrare una cosa da turisti, ma guidati da Rachid, che tu già avevi incontrato anni prima, è stata al tempo stesso divertentissima ed emozionante. Mi piacciono i dromedari con quelle zampe che sembrano caramelle gommose che affondano nella sabbia,  le orecchie morbide, il muso buffo. Io che avrei paura di salire su un cavallo, non ho esitato un attimo a montare in sella ad un dromedario.


 


 Essaouira - gita in dromedario


 


 




 




Poi il lungo trasferimento  fino a Irocha, passando da Marrakech e dal passo del Tizi n’Tichka,  una strada tortuosa ma affascinante, con la sosta a Le Coq hardy, il profumo degli aranci in fiore, una taijne e un’omelette berbère. E finalmente la Maisond’hôte Irocha, alla quale si arriva da una stradina sterrata, sembra messa lì a caso, ma tutto ha un suo perché, dalla reception, alle camere spartane, all’hammam e alla piscina,  alla terrazza che dà su quattro case di terra, ma è un paradiso, alle sale da pranzo con la stufa accesa e il calore del padrone di casa Ahmed, che scambia una parola con tutti. La colazione al mattino, servita sulla terrazza, con le baghrir, le marmellate fatte in casa, il pane arabo, e la pace assoluta.





 









Da lì l’escursione ad Ait Benhaddou, che già mi avevo colpito in fotografia su una guida, la maestosità della kasbah.




  


marocco 2008 - Ait Benhaddou

 




Infine l’ultima tappa, Marrakech, con il suo caos, la piazza Djemaa el Fna, dove ti sei fatto coraggiosamente  mettere al collo un serpente per permettermi di fare una foto,





 













i giardini Majorelle,

 









la MedersaBenYoussef,







 









i suk,con i colori e i sapori, dove tutto per i nostri sensi è amplificato, gli acquisti dei souvenirs, le nostre babouches e   le spezie



 






 


 Questo è solo un concentrato di quanto è stato vissuto, non ci sono parole per descrivere bene tutto quanto, solo dentro di noi sappiamo quanto è stato importante questo viaggio, le emozioni che abbiamo,  e quanto ci fa commuovere ogni volta che lo ricordiamo.  So che ogni nostro viaggio sarà una scoperta,  un’emozione  piccola o grande, e spero di farne ancora tanti con te.